Oggi, Giornata internazionale delle persone con disabilità, i due Centri diurni per disabili, Cassiodoro (a Squillace lido) e Minozzi (Catanzaro), gestiti dalla Fondazione Città Solidale, viste le restrizioni ed il periodo che stiamo vivendo, che non consente di realizzare celebrazioni ed eventi di particolare importanza, intendono comunque sensibilizzare il territorio sul tema della disabilità, seppure in modo diverso rispetto gli altri anni. Città Solidale propone oggi un progetto che ha la finalità di educare ed informare con lo strumento della comunicazione, in modo particolare quella che si attua attraverso la fotografia. Il progetto “Identità” vede la luce grazie all’aiuto e alla sensibilità della fotografa Laura Russo che, dopo aver conosciuto gli ospiti, gli operatori e la vita che si svolge all’interno dei due Centri diurni, ha realizzato un reportage fotografico che potesse svelare e raccontare ciò che solo le persone con disabilità riescono a comunicare. Attraverso l’utilizzo di una speciale lente, la professionista ha permesso alle emozioni di diventare reali e trasparenti e agli attimi di rimanere impressi per sempre. Lo scopo è quello di far evincere “il valore dell’identità dell’individuo attraverso il proprio nome”, mostrando la vera essenza e particolarità di ogni persona. Gli ospiti dei due Centri, sono stati ripresi con discrezione, durante le normali attività laboratoriali e non si sono lasciati condizionare dal momento ma, con naturalezza, hanno trascorso le ore previste nella quotidianità.  reportage sarà reso pubblico attraverso i canali social di Fondazione Città Solidale, proprio per l’occasione. Un momento che vedrà, in contemporanea, la visione del materiale fotografico anche agli ospiti che hanno partecipato alla realizzazione dello stesso e che saranno collegati tra di loro in remoto; un modo questo per condividere insieme il frutto del progetto e anche un momento di divertimento, con momenti ludici e attività giocose e legate anche al clima natalizio. Tali attività sono state proposte anche per evidenziare che, nonostante le difficoltà del momento e dovute alla peculiarità di ogni ospite che frequenta i due centri, non esistono barriere così grandi che possano impedire di stare uniti ed insieme (anche se distanti fisicamente). In tal modo si vuole dare la giusta importanza al tema della fratellanza e della disabilità come “modo ingegnoso di vivere”.