Sono un operatore dell’Oasi di Misericordia, ed insieme ad altri colleghi opero nel “Settore degli adulti ed estrema povertà” della Fondazione, prestando servizio in una struttura che, oltre ad offrire pasti caldi, un letto ed assistenza a chi ne ha bisogno, si occupa della gestione di una mensa itinerante che, sette giorni su sette, soprattutto nella zona sud di Catanzaro, distribuisce pasti e conforto umano ai tanti bisognosi che vivono nella nostra città.

Sin dal primo giorno di servizio mi si è spalancato un mondo nuovo; un qualcosa che fino ad ora avevo solo potuto immaginare ma che adesso posso toccare con mano, un mondo che sinceramente non pensavo mi fosse così vicino ma che purtroppo lo è. In questi mesi abbiamo offerto il nostro servizio a tante persone diverse, stranieri senza tetto ma anche italiani in difficoltà, sia economica sia con problemi di salute; abbiamo visto e toccato le loro difficoltà facendole nostre e cercando di dare loro un supporto in qualsiasi modo possibile. Poi è arrivato il Covid, e con esso le difficoltà sono aumentate, anche per la umana paura del contagio, che non ci ha tolto tuttavia la ferma volontà di non fermarci mai e di offrire il meglio che avevamo a queste persone, spesso a famiglie che, considerato il lock-down e l’impossibilità di lavorare, ci contattavano per chiedere aiuto e dei beni alimentari per sfamare i propri figli. Abbiamo svolto un lavoro immane in quel periodo, un lavoro che però ci ha gratificato perché abbiamo potuto, nel nostro piccolo, dare una mano ed un pizzico di sollievo a chi era in difficoltà.

Questi mesi mi hanno insegnato tantissimo. Innanzitutto a vedere un’umanità in difficoltà che ha bisogno              di sostegno, un’umanità diversa da quella che io incontro nel quotidiano, un’umanità povera non solo perché non ha soldi in tasca ma anche e soprattutto perché non ha nessuno da cui avere una parola di conforto e un pò di attenzione che possa tirarla su; un’umanità che adesso è anche mia, perché mi ha dato delle lezioni da utilizzare sia nel lavoro che nella vita. La prima e la più importante sicuramente è quella che solo la solidarietà tra gli esseri umani può sostenerci in questo mondo moderno che va così di fretta e non si ferma a vedere chi ti sta vicino per strada.

Abbiamo preso un impegno col nostro territorio e continueremo a svolgere la nostra missione al meglio dando sempre il massimo perché è questo quello che la nostra Fondazione Città Solidale ci insegna per prima cosa, quello di mettere al primo posto l’altro e dargli il meglio per renderlo ‘ricco’, nella misura più alta del termine.

Carlo Sergi

Non è facile fermarsi ed ascoltare

In questi due anni di lavoro all’Oasi di Misericordia ho incontrato molte persone. Nella struttura sita in Via Carlo V vengono accolti i cosiddetti “senza tetto”, i ‘poveri di bassa soglia’, dove si dà opportunità di mangiare, usare i servizi igienici, le docce, e poter riposare nelle ore notturne; durante il servizio itinerante, ogni sera, si incontrano persone a cui viene consegnato un pasto caldo o delle famiglie alle quali la consegna viene fatta a domicilio. 

Probabilmente tutti hanno problemi economici ed accettano ben volentieri l’aiuto che diamo loro, ma quello che nell’arco del tempo sono riuscito a cogliere nello svolgere questa attività è che la maggior parte di loro vogliono essere ascoltati. 

Scambiare due parole, entrare in empatia, vivere la compassione, non solo attraverso il pasto ma anche attraverso un atteggiamento umile, mi porta a migliorare il mio stato d’animo e il mio stesso essere. 

Dunque, fermiamoci ad ascoltare. 

Salvatore Fera