Come è noto, il mese di ottobre è vissuto nella Chiesa come il mese missionario e quello in cui è particolarmente suggerita la preghiera del Rosario.  Si raccomanda il Santo Rosario perché l’Europa cristiana si vide liberata dalla minaccia musulmana che voleva distruggere il cristianesimo nel 1571, quando i musulmani vennero sconfitti dalle forze cristiane nella battaglia di Lepanto, nel mar della Grecia. Papa San Pio V chiese agli eserciti cristiani di portare l’“arma del Rosario”. Visto che la grande e miracolosa vittoria avvenne il 7 ottobre, il Papa istituì in quel giorno la festa di Nostra Signora del Santo Rosario. Il mese delle missioni è una devozione per stimolare ancor di più la missione evangelizzatrice che Cristo ha affidato alla Chiesa, chiedendo ai suoi discepoli che andassero in tutto il mondo a predicare il Vangelo e a battezzare.          A tutti i credenti è chiesto di testimoniare, con una vita di fede autentica e credibile, la loro appartenenza a Cristo Gesù, di contribuire come possono, particolarmente nel contesto e nei luoghi di vita in cui Dio li ha posti, a continuare l’annuncio della Buona Notizia, il Vangelo, soprattutto con una vita ricca di opere di carità fraterna, di servizio verso gli altri (specie i più poveri) e di preghiera. La preghiera è l‘anima ed il fondamento della missione della Chiesa: per sostenere lo sforzo apostolico dei missionari di Gesù sparsi nel mondo intero la Chiesa propone, appunto, il Rosario.

Il messaggio che Papa Francesco ci rivolge in vista della Giornata Missionaria Mondiale (18 ottobre 2020) si caratterizza per una forte spinta vocazionale, ispirandosi alla vocazione del profeta Isaia: “Chi manderò?”, chiede Dio. “Eccomi, manda me” è la risposta di Isaia, e vuole essere la risposta di tutti coloro che hanno preso coscienza del loro essere “battezzati e inviati”. In particolare, la vocazione missionaria si caratterizza nel portare a tutti gli uomini l’esperienza dell’amore di Dio per tutta l’umanità: «Dio rivela che il suo amore è per ognuno e per tutti (cfr Gv 19,26-27)».

Nel nostro contesto della Chiesa italiana l’ottobre missionario vuole rivitalizzare la nostra vocazione missionaria lanciando un appello a tutti i credenti per diventare “Tessitori di fraternità”: ogni battezzato è chiamato a far conoscere la bontà, la misericordia e l’amore di Dio per tutti gli uomini, prima di tutto attraverso un atteggiamento di accoglienza e uno stile di vita basato sulla “fraternità”. Nel celebrare questo mese missionario non possiamo non tener conto, in modo significativo, del contesto storico che stiamo vivendo, con le fatiche e le sofferenze provocate dalla pandemia e con le conseguenze relazionali e sociali del lungo periodo di isolamento a cui siamo stati sottomessi.

Abbiamo vissuto un tempo di isolamento, abbiamo vissuto un vuoto importante nelle nostre relazioni di familiarità e di amicizia, ci siamo (per molti di noi è stato così) privati dell’Eucarestia e delle celebrazioni comunitarie. A partire da questo mese di ottobre, solitamente il mese della ripresa delle attività comunitarie nella Chiesa, il mese della ripresa dell’anno sociale per chi opera in questo settore, comunque il tempo della ripresa dopo il riposo estivo, vogliamo imparare a vivere nuove relazioni, non solo con le persone a noi care, ma con tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino, in particolare con coloro che maggiormente pagano le conseguenze negative della tempesta che ci ha investito in questo tempo. «… Siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indifferenza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri» (Messaggio del Santo Padre Francesco per la giornata missionaria mondiale 2020).

In questo percorso di riscoperta della “fraternità” non ci mancherà certamente l’ispirazione che ci viene dall’esperienza e dalla testimonianza di tanti missionari che vivono la fraternità cristiana in mezzo a popoli e culture estremamente lontane e differenti, ma capaci di incontro e di comunione. Ci lasceremo inoltre ispirare (anche nelle prossime Newsletter) dalla bellissima nuova Enciclica che papa Francesco ha regalato all’umanità “Fratelli Tutti”, una vera fonte di riflessioni e pensieri che ci aiuteranno a cambiare atteggiamenti, stile di vita, a porre in atto gesti concreti che rafforzeranno la fraternità tra tutti e apriranno magari nuove strade per abbattere i muri dell’indifferenza e della separazione tra i diversi popoli. Nella conclusione del suo messaggio per la giornata missionaria, papa Francesco ci ricorda anche che la Giornata Missionaria Mondiale è una giornata di comunione nella preghiera e di solidarietà con le giovani Chiese, che non hanno ancora raggiunto una propria autonomia, e con le Chiese dei Paesi più poveri del mondo. In questa situazione di crisi economica mondiale non possiamo ripiegarci su noi stessi e non dobbiamo dimenticare coloro (vicini e lontani) che possono camminare soltanto con la nostra partecipazione e con il nostro aiuto.

Affidiamo a Maria, Vergine del Rosario, il cammino che intendiamo intraprendere e che ci è chiesto, a Lei chiediamo di proteggere tutti noi e l’umanità intera in questa terribile pandemia che minaccia la serenità del vivere e la salute del corpo, a Lei chiediamo di edificare in noi un animo missionario, ci faccia comprendere che è nella natura del cristiano essere missionari, essere cioè segno della presenza di Dio nel mondo, testimoni del Suo prendersi cura dell’uomo, di ogni uomo e, particolarmente, di colui che soffre ed è stato reso ultimo.

Buon ottobre missionario a ciascuno di voi… perchè possiamo essere nelle realtà che viviamo Tessitori di fraternità, costruttori di relazioni nuove, edificatori di dialogo e di amicizia sociale. Prendiamo in mano il Rosario, di tanto in tanto, ci sentiremo più uniti tra noi, con Maria Madre dell’Unità … e, tutti insieme, a Dio.

Piero Puglisi