In genere ci si ricorda di essere italiani e si tira fuori il tricolore in occasione dei Mondiali di calcio, qualche volta quando ci sono le Olimpiadi o qualche altra competizione sportiva. Oppure, lo si sottolinea – in modo non sempre positivo – quando si vuole affermare/difendere la propria identità rispetto a quella altrui.

In questo tempo particolarissimo che stiamo vivendo, abbiamo forse riscoperto la nostra appartenenza all’Italia, facendo appello al senso della comunità nazionale di cui facciamo parte e che dovremmo custodire e tutelare, come anche i recenti provvedimenti legislativi ci stanno ricordando.

Il 2 giugno è la Festa della Repubblica italiana. La data ricorda il 2 giugno del 1946, giorno in cui con un Referendum istituzionale, i cittadini italiani decisero che assetto dare al loro paese e la maggioranza preferì la Repubblica alla monarchia. È dunque in questo giorno che si celebra la nascita della Repubblica.

Dovremmo tenerci al nostro paese, non solo nei Mondiali di calcio e non solo quando una pandemia ci coinvolge tutti. Tenere alle bellezze della natura e dell’arte, tenere alla nostra storia, sapendo però distinguere fra le cose belle e importanti che gli italiani (piccoli e grandi) hanno saputo realizzare, e quelle meno nobili di cui purtroppo alcuni italiani si sono macchiati. Dovremmo amare la nostra terra, custodire le nostre radici, valorizzare tutto il bene che la tradizione ci ha lasciato, ma sapendo guardare avanti, alle nuove sfide che la realtà ci pone. Dovremmo tenere anche al bene prezioso della democrazia, alle Istituzioni in cui essa si esprime, che ci consentono oggi una convivenza civile, che sono finalizzate alla tutela dei nostri diritti e ci ricordano pure i nostri doveri. Riguardando la nostra storia, ma anche la realtà attuale di molti paesi dei mondo, una repubblica democratica non è così scontata e la nostra, pur con tutti i suoi limiti e difetti che possono e devono essere emendati, è una bella democrazia, per la cui costruzione alcune persone hanno dato la vita. E questo dovremmo ricordarcelo, amando ancora di più il nostro paese.

Ma amare il proprio paese non significa certo disprezzare gli altri .

Ai ragazzi spieghiamo che differenza c’è tra nazionalismo (oggi si dice anche “sovranismo”) e amore per la patria, perché è importante che lo sappiano loro, ed è importante che lo ricordiamo tutti.

Il nazionalismo, si coniuga con altri -ismi, che nella storia non hanno prodotto mai niente di buono: razzismo, integralismo, fanatismo, imperialismo, suprematismo ….

Essere nazionalisti significa ritenere che la propria nazione sia superiore alle altre, che essa non solo debba essere tutelata e difesa da aggressioni o presunte aggressioni, ma che essa abbia il diritto di affermarsi ai danni degli altri paesi, degli altri popoli, delle altre razze.

Amare la propria patria, significa invece tenere alla propria terra, alla propria identità culturale, ma valorizzando, apprezzando, rispettando anche le altre terre e tutte le altre identità, in nome e nel valore di un’appartenenza più ampia, che ci accomuna tutti: l’appartenenza all’unica famiglia umana.

Il 2 giugno, festeggiamo dunque la nostra Repubblica, che è bella non solo perché è la nostra casa e qualcuno ha pagato caro per costruirla, ma perché essa può e sa essere la casa accogliente di tutti quelli che condividono la comune avventura umana.

Dunque, amiamo l’Italia, #restando umani!