Stiamo vivendo giorni di forte preoccupazione e crescente inquietudine, giorni in cui la fragilità umana e la vulnerabilità della presunta sicurezza nella tecnica, nella scienza e nella medicina sono insidiate a livello mondiale dal Coronavirus. Questo momento di grande preoccupazione e paura potrà essere, se lo vogliamo, un tempo propizio per rafforzare le relazioni umane, la solidarietà e la coerenza cristiana. 

La solidarietà va messa in campo, a cominciare dal prossimo più vicino, poi nei confronti delle persone più fragili, degli operatori sanitari e del sociale che, nel servizio e nel dono di sè, ci indicano il senso vero e pieno della Pasqua. 

“Abbracciare la sofferenza di Gesù, ci dice Papa Francesco, diviene abbraccio di tutti i sofferenti del mondo, inclusi coloro che sono affetti dal COVID-19”.

La preghiera diviene nostra forza e nostra risorsa. Ecco allora il momento favorevole per riscoprire la paternità di Dio e il nostro essere tutti figli suoi. “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Cor 5,20), ci ripete San Paolo. Lasciamoci perciò riconciliare con Lui e facciamolo anche tra noi. Che grande occasione!

Preghiamo lo Spirito Santo e la Vergine Maria, nostra comune Madre, perché accrescano la nostra fede, illuminino gli sforzi degli scienziati, sostengano gli operatori sanitari e del sociale nella loro missione, e aiutino gli ammalati nella via della guarigione. 

La speranza cristiana è certezza, la speranza non delude.

La Pasqua cristiana è il fondamento della nostra fede. 

La Risurrezione di Gesù è esplosione di Vita nuova, sorgente di rinnovamento e di rigenerazione, vittoria e superamento della distruzione, della catastrofe, della fine. 

Apriamo il cuore alla Speranza: questa terribile pandemia cesserà. “Andrà tutto bene”, recita un diffuso slogan in questo tempo, ma per noi credenti tutto andrà meglio se impareremo nuovamente ad avere Dio come primo riferimento nella nostra vita e se metteremo l’amore fraterno, concreto e fattivo, tra le nostre priorità. 

Apriamoci, dunque, alla “creatività dell’amore”.

Il Signore risorge per ricordarci che non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiude per sempre, non c’è macigno sepolcrale che non possa essere rotolato via.

Possiate incontrare il Signore, ogni giorno, ogni ora … e sia Lui a dare senso pieno al tempo che vi è dato! È il mio augurio per te e per tutti voi! 

Buona Pasqua, ogni giorno! P. Piero Puglisi